La pandemia e i lockdown non hanno frenato la voglia di casa degli italiani che, complice una liquidità diffusa, redditività dell’investimento e nuove esigenze abitative delle famiglie è tornata a livelli pre-Covid.
Le quotazioni del mattone tricolore sono, invece, ancora fredde con flebile incremento dello 0,4% anno su anno secondo l’Ufficio Studi di idealista mentre, ad esclusione di alcune grandi città come Milano, i prezzi sono in negativo nel raffronto annuo (rispetto al secondo trimestre 2020) a dimostrazione con una dinamica dei valori che varia a seconda delle tipologie abitative e delle zone geografiche del paese.
I bilocali sono l’unica tipologia immobiliare con prezzi aumento, cresciuti del 7,7% su base annua. Tutte le altre categorie segnano dei cali, molto contenuti nel caso dei monolocali (-0,1%) e delle 2 stanze (-0,3%), più sensibili al crescere delle metrature.
Le abitazioni con 3 stanze segnano un meno 1%, gli appartamenti con 4 o più stanze calano del 2,3%, mentre le ville indipendenti o semi-indipendenti toccano il punto più basso: -2,5 %.
In controtendenza a Milano l’unico calo riguarda appartamenti con 4 o più stanze (-4,2%). Prezzi su per appartamenti con 1 camera da letto (3,4%), ville indipendenti o semi-indipendenti (3,7%) e monolocali (4,2%). Gli incrementi maggiori riguardano gli appartamenti con 3 stanze e con 2 stanze, rispettivamente dell’8,8% e del 11,7%.
La provincia di Milano segue la stessa linea di tendenza del capoluogo con prezzi di richiesta in calo per gli appartamenti con 4 o più stanze (-2,4%), in aumento tutti gli altri: ville indipendenti o semi-indipendenti (3,1%), gli appartamenti con 3 stanze (4,6%), con 2 stanze (11,8%), con 1 stanza (17,9%), monolocali (20,4%).
Quasi in antitesi, Roma città segna incrementi solo per bilocali (7,5%) e monolocali (3,1%). In flessione il resto dei prodotti immobiliari con il calo maggiore per le abitazioni con 2 stanze (-2,7%), seguite da quelle con 3 stanze (-1%), 4 o più stanze (-0,9%), ville indipendenti o semi indipendenti (-0,5%).
In provincia di Roma, a parte i monolocali che crescono del 4,9% gli altri formati accusano dei cali prezzo: gli appartamenti con una stanza si sono deprezzati dell’1,6%, quelli con 2 e 3 stanze del 2%, le case con 4 o più stanze hanno accusato un calo del 4%, le ville indipendenti o semi indipendenti del 3,3%.
Di tutti i capoluoghi italiani Bari e Bolzano sono gli unici a segnare incrementi per tutte le tipologie residenziali laddove, a livello provinciale, è Reggio Emilia l’unica zona che ha visto incrementare i valori immobiliari di tutti i formati immobiliari.
Rankings per tipologia
Le ville hanno registrato la più alta crescita dei prezzi nella provincia di Lucca, dove sono aumentate del 10,1% negli ultimi 12 mesi. La seguono nella graduatoria degli aumenti Gorizia (6,6%), Verbano-Cusio-Ossola (6,1%), Prato (5,8%) e Como (5,1%). All’opposto, i maggiori cali si sono verificati a Udine (-18,1%) e Matera (-12%) e Crotone (-11,8%). In termini di capoluoghi, Cremona ha registrato il maggior aumento delle soluzioni indipendenti o semi indipendenti con un incremento del 18,2%, seguita da Verbania (13,2%) e Livorno (12,1%). Avellino (-21,1%) e Lecco (-18,3%) sono i capoluoghi dove i prezzi sono diminuiti di più.
I monolocali registrano oscillazioni che vanno dagli incrementi del 20,4% in provincia di Milano al -27,9% in provincia di Taranto. Tra i capoluoghi, le maggiori rivalutazioni dei monolocali si sono determinate alla Spezia (23,7%), Bolzano (21%) e Ragusa (20,2%); mentre i cali maggiori si concentrano ancora una volta a Taranto (-38,8%), Asti (-31,7%) e Verona (-28,8%).
Il mercato dei bilocali è il segmento più volatile, quello con le oscillazioni più ampie tra variazioni positive e quelle negative. La più alta riguarda la provincia di Brescia con il 49,6%, seguito dagli aumenti di Pesaro Urbino (45,6%), quindi Bergamo (27,2%). A Frosinone, invece, il prezzo è sceso del 24,1%, seguito da Terni (-24%) e Salerno (23,9%). L’aumento più elevato tra i capoluoghi di provincia è stato a Verona (39,3%), Bari (37,8%) e Imperia (30,1%). I cali maggiori sono stati quelli registrati a Messina (-27%), seguita da Alessandria (-24,5%) e Novara (-21,9%) e Lecco (21,3%).
Lucca è la provincia con il più alto tasso di crescita dei prezzi per quanto riguarda le abitazioni con 2 stanze: 12,4%. Seguono Milano (11,8%) e Bologna (10,8%). Le province che registrano prezzi in maggiore contrazione rispetto a un anno fa sono Latina (-21,1%), seguita da L’Aquila (-18,9%), Fermo (15,7%) e Gorizia (14,2%). Tra i capoluoghi, Mantova ha registrato un aumento del 15,8%, seguita da Teramo (14,7%) e Gorizia (14,3%). A livello di capoluoghi sono sempre L’Aquila (-30,8%) e Latina (-24,6%) a spiccare per i cali maggiori accusati da questa tipologia abitativa.
La provincia di Lucca ha registrato l’incremento più rilevante anche per la tipologia di appartamenti con 3 stanze: 11,1%. Seguono Enna (10,2%), Savona (8,2%) e Bologna (7,9%). Sul versante opposto si trovano le province di Vercelli (-14,6%), Latina (-13,4%), Lecco (-11,2%), Oristano (-10,7%) e Sondrio (-10,1%). Tra i capoluoghi, il maggior rialzo c’è stato a Vicenza (13,8%), Mantova (12,9%) e Modena (10,7%), mentre Latina guida la tendenza ribassista segnando un -17,4% rispetto ai valori dello scorso anno. Seguono i cali di a due cifre di Pordenone (-11,7%), Cuneo (-11,1%), Pavia (-11%) e Varese (-10,2%).
Gli appartamenti più grandi, quelli con 4 o più stanze, hanno avuto il loro maggior incremento nella provincia di Aosta (8,4%), Lucca (7,7%) e Pordenone (7,2%); mentre i cali maggiori spettano a Lecco (-16,8%), Lodi (-12,6%), Varese (-10,6%) e Matera (-10%). Tra i capoluoghi, il rialzo maggiore è quello registrato a Cremona (15,4%), seguita da Como (13,7%), Pordenone (11,6%) e Udine (11,3%) tutti con aumenti a doppia cifra. Chiudono il ranking con i cali maggiori Napoli (-14,1%), Varese (-9,8%), Palermo (-8%) e Catania (-7,6%).